L’IA corre troppo: meglio costruire solido che inseguire l’ultima novità
L’IA cresce in fretta, ma non sempre in modo sostenibile. Per evitare sprechi e progetti fragili serve una strategia: obiettivi chiari, competenze e infrastrutture solide.
Negli ultimi mesi, l’intelligenza artificiale è diventata un po’ come la moda “usa e getta”: si produce, si consuma, e poi si passa subito alla prossima novità. Un paragone che Sam Altman, CEO di OpenAI, ha usato per descrivere questa fase dell’innovazione tecnologica, dove tutto si evolve a una velocità impressionante ma non sempre sostenibile.
Oggi basta poco per lanciare un nuovo modello o un’app basata su IA. Un tempo servivano anni di sviluppo, test e perfezionamento; ora in poche settimane nasce un progetto e in altrettante viene già sostituito da qualcosa di più “intelligente”. È un ciclo che sembra infinito, spinto dall’urgenza di restare al passo e non perdere terreno.
Ma c’è un rovescio della medaglia. Questa corsa sfrenata rischia di creare sistemi fragili, poco duraturi e spesso ridondanti. Si moltiplicano gli strumenti che promettono risultati straordinari, ma che dopo pochi mesi finiscono dimenticati. È un approccio che porta a sprecare risorse e, soprattutto, a perdere di vista il valore reale dell’innovazione.
Molte aziende stanno iniziando a rendersene conto. Dopo la fase dell’entusiasmo cieco, si sta tornando a un atteggiamento più maturo: meno “sperimentare per sperimentare”, più costruire con metodo. Significa usare l’IA non come un giocattolo o una moda, ma come un vero alleato per risolvere problemi concreti.
L’innovazione non deve per forza essere lenta, ma dev’essere solida. Chi guarda al lungo periodo punta su infrastrutture stabili, competenze interne e una visione strategica. Invece di accumulare modelli e tool che invecchiano dopo un mese, serve costruire qualcosa che resti, che migliori davvero i processi e le persone che li usano.
La velocità è utile per sperimentare, certo, ma non può diventare l’unico metro di misura. L’obiettivo dovrebbe essere capire dove l’IA può davvero fare la differenza e come farla durare nel tempo. In un mondo che cambia così in fretta, forse la vera innovazione è imparare a fermarsi un attimo e pensare.
Fonte: wired.it


